mercoledì 21 giugno 2017

Alan Moore alle prese con i mostri di Lovecraft

Il Cortile e Neonomicon


Avevo promesso di parlare di Lovecraft e affini. Oggi è venuto il momento, anche se lo farò introducendo le opere di un autore leggermente conosciuto, un certo Alan Moore.
Ho cominciato ad interessarmi a Moore con The Killing Joke, storia che reputo in assoluto la migliore mai scritta sul rapporto tra Batman e la sua nemesi storica.
Ma passiamo a parlare di Neonomicon, il mio primo approccio al Moore lovecraftologo.
Considerato come un lavoro “alimentare” ha preso invece un posto d'onore nel mio cuore di fan di HPL, anche se Moore, anziché suggerire, mostra ed eleva gli orrori cosmici a qualcosa di diabolicamente perverso, come nella scena clou che descriverò nella sezione spoilerosa più avanti.
E' una bella storia, introdotta dal breve incipit “Il Cortile”, adattamento di Anthony Johnston di un racconto di Moore.
Si parte in quarta con il protagonista, Aldo Sax, che per l'FBI indaga su alcuni tremendi delitti a New York.
Dopo varie vicissitudini il Nostro si trova di fronte all'orrore e ne esce...diciamo...non bene.
Il cuore del volume, “Neonomicon”, è sceneggiato dallo stesso Moore e disegnato, come “Il Cortile”, dal bravissimo Jacen Burrows.
Si va avanti con vari personaggi , cercando di scoprire la verità sui delitti e sulle nefande mostruosità che albergano negli abissi...e forse anche dentro di noi.



Sezione SPOILER (non legga chi non ha letto il volume)

Se dovessi stilare una top 3 dei momenti topici del racconto direi:

1. La scena della piscina, da quando le cose precipitano e Warren viene ucciso fino all'arrivo dell'Abitatore del Profondo e le conseguenze a seguire.
In tutto questo sesso perverso che Lovecraft mai si sarebbe sognato di descrivere e momenti decisamente sopra le righe. Ma Moore scrive bene, quindi almeno io non sono rimasto così “schifato”.
2. Da “Il Cortile”: Aldo Sax impazzito che uccide la vicina di casa, inanellando parole in Aklo.
3. La scena precedente, nella quale Sax entra in casa di Carcosa e finisce per avere visioni da incubo destinate a farlo impazzire. Molto alla Lovecraft, davvero.


Gran bella storia...e meno male che doveva essere un Moore alimentare.



Funghi di Yuggoth e altre colture

Delle tre esperienze Mooriane su Lovecraft questo libro mi ha convinto meno, forse perchè contiene anche storie che hanno ben poco a che spartire con gli orrori di matrice lovecraftiana.
Però quelle storie in qualche modo sono importanti: due, cioè “La Collina di Zaman” e “Recognition”, sono precedenti a “Il Cortile”.
Il fulcro del volume sicuramente è “Le Creature di Yuggoth”, una serie di storie a fumetti collegate da una cornice narrativa molto precisa che lega tutto.
Le citazioni ai mostri di HPL si sprecano ed è tutto molto vario e tutto sommato interessante.

Certo mai mi sarei immaginato che la serie di 3 volumi appena conclusa da noi sarebbe diventata la mia opera prediletta di Moore su Lovecraft, seguita a ruota da Neonomicon come indice di gradimento personale.



Providence


Ci troviamo negli anni '10 e il giornalista Robert Black vuole dedicarsi a qualcosa di fantastico, un romanzo che sappia portare il lettore a leggere qualcosa al di fuori dalla realtà.
Ma la realtà, si sa, può giocare brutti scherzi.
Ha inizio un'avventura per certi versi opposta all'exploitation quasi ironica di Neonomicon, Providence è un lavoro piuttosto complesso che strappa definitivamente Moore al rischio di comporre un semplice omaggio poco originale. Moore espande a suo modo i miti di Cthulhu, facendo un interessante lavoro di metanarrativa, che troverà il suo culmine nel finale. Il volume 3 riscatta anche dei momenti degli altri due che francamente avevo trovato un po' verbosi e prolissi (vedere alla voce “Zibaldone”).
Degni di nota i disegni di un Burrows al suo meglio, tratta con disinvoltura scene di dialogo e scene di atmosfera.


Top 3, quindi massimi SPOILER:

1. Tutta la parte, abbastanza deviata e straniante, su Elspeth Wade, che omaggia in chiave moderna quello che forse è il racconto di HPL che preferisco, “La Cosa sulla Soglia”.
2. Il crescendo finale dell'opera, ossia la parte più metanarrativa, in cui non solo Moore fa del suo meglio per stordirci con fatti reali e fantastici, ma si ricollega in modo geniale a Neonomicon.
3. Di certo la presenza di Lovecraft non è forzata e viene rispetatto il suo carattere e il suo modo di parlare e di porsi con gli altri, come testimoniato dalla sua corrispondenza con il circolo di scrittori amici.




Moore ha decisamente fatto centro. Consiglio ai fan di Moore e di Lovecraft di leggere tutta questa epopea cosmica ricreata dall'autore.







2 commenti:

  1. Ho saltato l’ultimo pezzo, perché mi sono fatto tenere da parte dal mio fumettiere di fiducia il terzo volume di “Providence” ma devo ancora leggerlo. “Funghi di Yuggoth e altre colture” non mi convinceva molto, finirò per comprare la ristampa fatta da panini, ma mi hai confermato che non è un volume fondamentale.

    Personalmente ho trovato “Il cortile” molto più spaventoso e inquietante nell’atmosfera di “Neonomicon” che in un paio di momenti scade nell’involontariamente comico, per quanto la situazione di partenza di terrore, ma sono questione di lana caprina, con “Providence” Moore ha dimostrato di aver assimilato HP ed ora non vedo l’ora di leggermi la fine ;-) Cheers!

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  2. Sì, probabilmente "Il Cortile" é più d'impatto e colpisce più a fondo, nonostante le poche pagine.

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