Il Cortile e Neonomicon
Avevo promesso di parlare
di Lovecraft e affini. Oggi è venuto il momento, anche se lo farò
introducendo le opere di un autore leggermente conosciuto, un certo
Alan Moore.
Ho cominciato ad
interessarmi a Moore con The Killing Joke, storia che reputo in
assoluto la migliore mai scritta sul rapporto tra Batman e la sua
nemesi storica.
Ma passiamo a parlare di
Neonomicon, il mio primo approccio al Moore lovecraftologo.
Considerato come un
lavoro “alimentare” ha preso invece un posto d'onore nel mio
cuore di fan di HPL, anche se Moore, anziché suggerire, mostra ed
eleva gli orrori cosmici a qualcosa di diabolicamente perverso, come
nella scena clou che descriverò nella sezione spoilerosa più
avanti.
E' una bella storia,
introdotta dal breve incipit “Il Cortile”, adattamento di Anthony
Johnston di un racconto di Moore.
Si parte in quarta con il
protagonista, Aldo Sax, che per l'FBI indaga su alcuni tremendi
delitti a New York.
Dopo varie vicissitudini
il Nostro si trova di fronte all'orrore e ne esce...diciamo...non
bene.
Il cuore del volume, “Neonomicon”, è sceneggiato dallo stesso Moore e disegnato, come
“Il Cortile”, dal bravissimo Jacen Burrows.
Si va avanti con vari
personaggi , cercando di scoprire la verità sui delitti e sulle
nefande mostruosità che albergano negli abissi...e forse anche
dentro di noi.
Sezione SPOILER (non
legga chi non ha letto il volume)
Se dovessi stilare una
top 3 dei momenti topici del racconto direi:
1. La scena della
piscina, da quando le cose precipitano e Warren viene ucciso fino
all'arrivo dell'Abitatore del Profondo e le conseguenze a seguire.
In tutto questo sesso
perverso che Lovecraft mai si sarebbe sognato di descrivere e momenti
decisamente sopra le righe. Ma Moore scrive bene, quindi almeno io
non sono rimasto così “schifato”.
2. Da “Il Cortile”:
Aldo Sax impazzito che uccide la vicina di casa, inanellando parole
in Aklo.
3. La scena precedente,
nella quale Sax entra in casa di Carcosa e finisce per avere visioni
da incubo destinate a farlo impazzire. Molto alla Lovecraft, davvero.
Gran bella storia...e
meno male che doveva essere un Moore alimentare.
Funghi di Yuggoth e
altre colture
Delle
tre esperienze Mooriane su Lovecraft questo libro mi ha convinto
meno, forse perchè contiene anche storie che hanno ben poco a che
spartire con gli orrori di matrice lovecraftiana.
Però
quelle storie in qualche modo sono importanti: due, cioè “La
Collina di Zaman” e “Recognition”, sono precedenti a “Il
Cortile”.
Il
fulcro del volume sicuramente è “Le Creature di Yuggoth”, una
serie di storie a fumetti collegate da una cornice narrativa molto
precisa che lega tutto.
Le
citazioni ai mostri di HPL si sprecano ed è tutto molto vario e
tutto sommato interessante.
Certo
mai mi sarei immaginato che la serie di 3 volumi appena conclusa da
noi sarebbe diventata la mia opera prediletta di Moore su Lovecraft,
seguita a ruota da Neonomicon come indice di gradimento personale.
Providence
Ci
troviamo negli anni '10 e il giornalista Robert Black vuole dedicarsi
a qualcosa di fantastico, un romanzo che sappia portare il lettore a
leggere qualcosa al di fuori dalla realtà.
Ma
la realtà, si sa, può giocare brutti scherzi.
Ha
inizio un'avventura per certi versi opposta all'exploitation quasi
ironica di Neonomicon, Providence è un lavoro piuttosto complesso
che strappa definitivamente Moore al rischio di comporre un semplice
omaggio poco originale. Moore espande a suo modo i miti di Cthulhu,
facendo un interessante lavoro di metanarrativa, che troverà il suo
culmine nel finale. Il volume 3 riscatta anche dei momenti degli
altri due che francamente avevo trovato un po' verbosi e prolissi
(vedere alla voce “Zibaldone”).
Degni di nota i disegni di un Burrows al suo meglio, tratta con disinvoltura scene di dialogo e scene di atmosfera.
Degni di nota i disegni di un Burrows al suo meglio, tratta con disinvoltura scene di dialogo e scene di atmosfera.
Top
3, quindi massimi SPOILER:
1.
Tutta la parte, abbastanza deviata e straniante, su Elspeth Wade, che
omaggia in chiave moderna quello che forse è il racconto di HPL che
preferisco, “La Cosa sulla Soglia”.
2.
Il crescendo finale dell'opera, ossia la parte più metanarrativa, in
cui non solo Moore fa del suo meglio per stordirci con fatti reali e
fantastici, ma si ricollega in modo geniale a Neonomicon.
3.
Di certo la presenza di Lovecraft non è forzata e viene rispetatto
il suo carattere e il suo modo di parlare e di porsi con gli altri,
come testimoniato dalla sua corrispondenza con il circolo di
scrittori amici.
Moore
ha decisamente fatto centro. Consiglio ai fan di Moore e di Lovecraft
di leggere tutta questa epopea cosmica ricreata dall'autore.
Sì, probabilmente "Il Cortile" é più d'impatto e colpisce più a fondo, nonostante le poche pagine.
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