sabato 7 settembre 2013

La Casa (Evil Dead, 2013)

Si comincia subito con una ragazza inseguita in the woods e si finisce con un colpo di fucile.
Già nel prologo si intuisce che aria tirerà: niente ironia macabra, niente slapstick de La casa 2 e L'armata nelle tenebre.
Non ci sarà nessun Ash a fare l'eroe, ma stavolta i nostri dovranno fare i conti con un incubo terribile, scaturito da un libro malefico, il Naturon Demonto, che somiglia non più di tanto all'originale della serie, il Necronomicon di lovecraftiana memoria.
In questa rivisitazione il motivo nella scampagnata nel bosco non è il divertimento, ma i problemi di tossicodipendenza di Mia e il tentativo dei suoi amici nel farla uscire dal famoso tunnel...
Come se non bastasse questa problematica non facile con cui fare i conti, ci si mette anche il potere arcano e demoniaco del libro satanico a complicare il tutto.
Ho provato autentici brividi nel vedere questo film e ormai è forse da considerare tra i miei preferiti degli ultimi dieci anni, specie se si parla di horror puri e duri.
Il personaggio di Mia, interpretata dalla brava e bellissima Jane Levy (la vogliamo rivedere in un horror!), sorregge gran parte del film e gli dà una bella mano per renderlo interessante e originale, dando molte sorprese a chi si aspetta una mera copia del primo storico capostipite.
Di splatter ce n'è a fiumi: amputazioni, aghi conficcati negli occhi, coltellate sadiche, vomitate rosso porpora: una manna per gli amanti del gore più trucido e cattivo.
Trovo che questo film sia stato sottovalutato da tanti per la sua natura di remake in primis (ma non è un remake, bensì un reboot: nuovo inizio, gente, cioè straordinario nuovo inizio a mio parere!), ma anche per l'assenza di scene ironiche tipo occhi che si conficcano in bocca ad una ragazza e mani che fanno gesti poco raffinati: beh, io non ho sentito la mancanza di questi elementi, anzi apprezzo che ultimamente siamo tornati ad un tipo di horror più sanguinoso, spaventoso e viscerale rispetto ai film scanzonati di una parte degli '80s.
Ottimo, da vedere, di notte e con il volume a palla.

Dopo la vita (The Legend of Hell House, 1973)




Una persona molto molto ricca assolda un team di studiosi del paranormale (medium , scienziati...), quattro persone a cui viene chiesto di scoprire il segreto dietro gli orrori della Villa Inferno, in cui la ragione è una delle prime cose che vengono strappate a qualsiasi creatura vivente si avventuri tra quelle mura lugubri.
La Casa approfitterà talvolta delle debolezze dei quattro e sarà dura uscire dalla Hell House indenni.
Il film è forse uno dei migliori esempi di commistione gotico- paranormale scientifico: vedere per credere.
Anche nelle scene più ovvie io sono sobbalzato come un bambino di sette anni: per chi adora i film sulle case maledette e il periodo degli horror '70-80 questo "The legend of Hell House" non sarà certo una delusione.
La casa è uno dei luoghi più ameni e inquietanti che io abbia visto in un film.
Non ho letto ancora il libro di Matheson da cui è stato tratto questo film ("La casa d'inferno"), ma rimedierò molto presto.
Beh, sono più di due anni che non scrivo in questi lidi e se l'ho fatto grazie a questo film, un motivo valido ci sarà.
Consigliato.