Non ne ho mai fatto mistero, né qui né altrove. Sempre pensato che il The Ring americano fosse di molte spanne sopra all'originale, per talento visivo e capacità di dare certe emozioni.
Insomma, si dimostrava capace di metterti a disagio anche quando parlava di mosche appiccicate ad uno schermo.
Questo per dire che per me Gore (grande nome) Verbinski ha stoffa da vendere. Ho volutamente ignorato i suoi film maggiormente mainstream e quindi la mia è stata una lunga attesa . Attesa di poter rivedere il nostro a fare film da brivido…ed eccoci qui.
Un tris da paura, DeHaan, Mia Goth, Jason Isaacs. Loro tre fanno il film e impreziosiscono una pellicola che già di per sé, visivamente , è superlativa.
Lui, broker ambizioso, viene chiamato a recuperare un uomo fondamentale per la compagnia dove lavora, che è andato a curarsi in una clinica in Svizzera.
Clinica dove si scopriranno molte cose brutte e per chi come me teme il mondo della medicina, delle malattie e tutte le robe che ruotano loro attorno ci sarà da "gioire".
Lì si farà la conoscenza della ragazza-bambina Hannah (la Goth), dei suoi e di altri misteri che man mano che saranno disvelati precipiteranno il nostro in un abisso di folli incubi e sofferenza.
Occhio a Isaacs, vi ricorderete per un bel pezzo del suo personaggio. Io sono fra colui che non scorderanno il direttore sanitario della clinica.
Ritmo lento e ansiogeno , scene madri distribuite con gusto (vasca, denti…what else?) e un finale secondo me non troppo conciliante.
Ha detto bene il mio amico de La Bara Volante, Cassidy, qui c'è tutto l'itinerario che fanno i personaggi dei racconti di Lovecraft: iniziale cinismo e freddezza, progressiva perdita delle difese morali/fisiche, lotta con sé stesso e per la sopravvivenza. La Cura dal Benessere è un gotico oscuro che ci fa riflettere su quanto siamo umani e fragili. Non bevete troppa acqua.
lunedì 28 agosto 2017
sabato 26 agosto 2017
Visioni post-vacanziere
Oscillando
tra l'indigestione che sto facendo di GITS: Stand Alone Complex e il
nuovo Twin Peaks (di cui parlerò a fine serie), mi son fatto qualche
recupero e nuovo acquisto, tra cui:
The
Cube- Il cubo
(Vincenzo Natali, 1997)
Lo
volevo vedere da un po' e finalmente ne ho avuto l'occasione. Grande
grandissimo film che restituisce atmosfere aliene, pur non parlando
di extraterrestri o di grigi.
I
sei personaggi sono tutti in parte e fanno la forza del film,
l'ambiente in cui sono imprigionati è asettico quanto inquietante.
Impressionante
, l'effetto che faranno, non solo le trappole disseminate nelle
stanze ma più che altro il terrore e l'ansia. Specie su alcuni dei
sei.
Io
tifavo per la studentessa comunque.
The
Salvation (Kristian
Levring, 2014)
Western
in cui Mads Mikkelsen parla pochissimo e glie girano tanto. Del resto
ritrova moglie e figlio alla stazione e poi poco dopo gli vengono
uccisi. Jon fa giustizia uccidendo i responsabili, ma uno di loro è
il fratello di un pezzo grosso, Delarue (Jeffrey Dean Morgan che fa
Negan ante litteram ed è meno antipatico però), che non solo darà
filo da torcere al protagonista ma anche all'intera cittadina dove
vive.
Bel
film, memorabile anche Eva Green in un ruolo dolente.
Dead
Season (Adam
Deyoe, 2012)
Zombie
movie nella media, ma che sa scoccare qualche freccia di originalità.
Come in The Walking Dead, nessuna origin story per i sopravvissuti
all'outbreak, una storia intimista ma fino ad un certo punto.
Protagonisti
indiscussi un uomo e una donna che si incontrano e cercano di
sopravvivere insieme, ma l'isola in cui si avventurano non è sicura
come credevano.
Ecco,
a differenza di TWD non c'è l'esasperazione della drammaticità e
del tragico, quindi forse è più di scuola romeriana, sto film.
Ottimi gli zombie e il trucco, pur calati in un contesto low budget.
Autopsy
(André Øvredal,
2016)
La
Jane Doe del titolo originale è destinata a sconvolgere le vite di
chi esamina il suo corpo. Padre e figlio, un destino e un'attività
in comune, non sanno che la ragazza morta avrà in serbo più di una
sorpresa, man mano che sarà “aperta”: Niente male e chiusa
decisamente da brivido, mi ha spaventato.
Resident
Evil Vendetta
(Takanori Tsujimoto, 2017)
Il
terzo film in cgi dopo Degeneration
e Damnation,
probabilmente anche il migliore. Forse il più horror (Shimizu
produttore qualcosa vorrà dire) e quello dalle musiche più
sofisticate (Kenji Kawai, quello del GITS del '95). Bel cattivo,
ottimo Chris anche se il solito muscolone con poca testa; niente male
il villain. Che riporta al mio nick, ma non andrò oltre.
Ah,
è anche il film più zombesco dei tre finora fatti.
Certo,
mi chiedo cosa faranno ora che la saga videoludica ha cambiato
un'altra volta registro. In modo inequivocabilmente horror.
Il
tutto è stato accompagnato da una dolce re-visione, The
Ring
di Gore Verbinski (2002), che per me resta più horror
dell'originale.
Del
resto devo rivedere tutta la saga per poter rivedere decentemente
Rings
ed
essere preparato per un bel post cumulativo per Samara. Che sennò la
faccio arrabbiare!
venerdì 18 agosto 2017
Ossessione per il Maggiore
Innocence manca ma solo perché non lo amo particolarmente: visto una vota sola.
Adesso mi sto spolpando le due serie.
Iscriviti a:
Post (Atom)