L'intero post contiene qualche SPOILER in
libertà
Descrivere quello che ho avvertito
dentro di me quando mi sono avventurato negli scritti di questo
magnifico autore è impossibile; è un qualcosa che appartiene alla
sfera dell'innominabile, direbbe il narratore di un suo racconto. Uno
dei tanti sfortunati protagonisti di HPL, che non possono far altro che
cedere all'orrore con cui si trovano a incrociare lo sguardo. Morendo
o impazzendo.
Difficilmente c'è una risoluzione
positiva nel mondo di Lovecraft, diversamente da ciò che talvolta
accade nelle opere degli epigoni dell'autore o in quelli che si
possono tranquillamente definire omaggi moderni.
I mostri inventati da Lovecraft nel
celeberrimo Ciclo di Cthulhu
non appartengono a niente di
conosciuto, non si possono collegare minimamente ad un qualcosa di
umano e nemmeno di animale.
Sono creature superiori agli esseri umani, non sono interessati a noi
e al contempo puntano a volerci dominare con la minaccia della loro
pestilenziale, orrenda, macabra presenza.
Non
sono le formiche giganti di quello che ho
trovato come un deludente
omaggio kinghiano all'autore, Revival.
Sono
divinità blasfeme che opprimono l'umanità, non si può che rimanere
sconfitti da loro.
I
nomi sono tanti. Nomi altisonanti come Cthulhu, Yog-Sothoth,
Shub-Niggurath, Dagon.
Si
trovano città malefiche e inquietanti: ad
esempio la tenebrosa Arkham,
che ospita un luogo di culto per occultisti o aspiranti tali: la
Miskatonic University. Lì si nascondono tomi empi e terribili, libri
malefici come il Necronomicon dell'arabo pazzo Abdul Alhazred.
Ci
sarebbe da citare Dunwich,
una delle città più memorabili inventate dall'autore, teatro di un
Orrore davvero indimenticabile. C'è poi Innsmouth, un posto
accogliente. Piccola cittadina di mare dove gli uomini che la
abitano...non sono esattamente uomini.
Ma
entriamo nel dettaglio. Vi faccio strada negli abissi.
Consigli
Lovecraftiani
Tra
scritti, saggi letterari, lettere ad amici scrittori, componimenti
poetici, ci sarebbe di che parlare.
Però
io mi limito ad elencare ciò che trovo sia il meglio dell'autore.
Il
nucleo principale della sua opera per me è il Ciclo di
Cthulhu, è la serie di
racconti e romanzi brevi per i quali probabilmente Lovecraft è
ancora oggi celebrato.
Sono
storie apparentemente scollegate tra loro ma hanno in comune la
tendenza a mescolare generi apparentemente distanti come la
fantascienza e l'horror, rendendole una sola cosa. In un modo
piuttosto sorprendente.
Le
trame sono apparentemente schematiche ma questo è dovuto al fatto
che HPL pone al centro di tutto le location e l'orrore che le
circonda. Quindi più che i protagonisti umani sono i luoghi e i
mostri a far da padroni nel modo di raccontare del Solitario di
Providence.
Spesso
c'è la lenta scoperta, il disvelamento di una realtà oscura che si
rivela insopportabile agli occhi degli uomini. E le conseguenze
spesso sono assolutamente terrorizzanti.
Pensiamo
a quello che a tutti gli effetti si può considerare il mio racconto
preferito di Lovecraft, “La Cosa sulla Soglia”, che vede lo
sventurato Edward Pickman Derby imbattersi in Asenath
Waite, una dark lady con una
malsana passione per l'occulto e la magia.
Quando
si dice trovare la donna sbagliata: nelle confessioni al suo amico,
cioè al narratore, Derby rivela l'ambigua mefistofelica natura della
donna man mano che l'orrore si ingigantisce e penetra nel cervello del lettore.
Momenti
come gli incubi deliranti di Derby o le terribili “gite”ultraterrene
nella testa di Asenath non si dimenticano.
Potremmo
pensare anche a “Dagon” e al suo realistico ma terribile epilogo;
ai segreti di famiglia del succitato “L'Orrore di Dunwich”, in
cui si arriva ad aprire la strada per il mondo ad uno dei Grandi
Antichi...tramite l'inquietante personaggio di Wilbur Whateley;
pensiamo poi a “L'abitatore del buio”, risposta ironica di H.P ad
uno dei racconti lovecraftiani di Bloch, “Il divoratore giunto
dalle stelle”, in cui un alter ego dello scrittore moriva
tragicamente ucciso da una sorta di vampiro spaziale. Lovecraft
risponde difatti con il tragico destino di Robert...ehm... Blake.
A
cui ha chiaramente pensato anche Alan Moore nel suo serial horror a
fumetti, "Providence".
Cito per ultimo ma di certo non è da trascurare l'agghiacciante crescendo di inquietanti testimonianze de "Il richiamo di Cthulhu", in cui il "mostro" più iconico dell'autore si mostra in tutto il suo ultraterreno, possente, crudele splendore. Nei sogni e nella realtà.
Cito per ultimo ma di certo non è da trascurare l'agghiacciante crescendo di inquietanti testimonianze de "Il richiamo di Cthulhu", in cui il "mostro" più iconico dell'autore si mostra in tutto il suo ultraterreno, possente, crudele splendore. Nei sogni e nella realtà.
Poi
ci sarebbero da citare anche le
storie più marcatamente
horror: nate probabilmente
come omaggi a Poe, sono diventate
ormai anche quelle
delle chicche di horror classico.
Si
può parlare di perle parlando di storie come “Il tempio”, “Il
segugio”, “L'estraneo”, “Lui”, “La tomba”, “Nella
cripta”, “Herbert West, Rianimatore”.
Ce
ne sarebbe di cose da dire, ad esempio che ancora oggi si sente
l'influenza dell'orrore lovecraftiano in tante opere moderne. Nei
film, nei videogiochi, in quasi ogni media.
Senza
Lovecraft non avremmo avuto il bellissimo film di Carpenter “Il
Seme della Follia”, probabilmente il miglior film lovecraftiano mai
creato, nonostante non sia prettamente ispirato ad un racconto di HPL
in particolare bensì a certe atmosfere ben precise.
Senza
il Solitario di Providence non avremmo avuto i Miti di Cthulhu e
nemmeno la loro “continuazione” secondo altri autori:
contemporanei con cui scambiava una fitta corrispondenza oppure altri
scrittori che l'hanno omaggiato. Lo fanno ancora, lo faccio anch'io
seppur per puro divertimento di fan...e con risultati non eccelsi.
Nella
prossima e ultima gita nell'orrore cosmico, introdurrò quello che
per me è il meglio della produzione “apocrifa” sui Miti.
L'Orrore a seguire: I continuatori dei Miti di Cthulhu
Avendo
letto una buona parte della produzione dei contemporanei, posso dire
che dal mio punto di vista i migliori autori sono : Robert Erwin
Howard , il creatore di Conan il Barbaro, autore che si è cimentato
in diversi lati della weird fiction. Ha
dato vita ad ottime creazioni macabre di stampo lovecraftiano come ad
esempio “La Pietra Nera”, gioiello tenebroso e dai momenti
imprevedibilmente violenti e splatter; ci sarebbe da parlare anche
del già citato Bloch, che da giovane inanellò una serie di racconti
in puro stile Lovecraft, compiacendo non poco il suo illustre
corrispondente.
“Quaderno
trovato in una casa deserta” per me è il miglior racconto che
Bloch abbia mai scritto sui Miti di Cthulhu: parte da situazioni
ordinarie e poi sfocia nel macabro e nell'incredibile, senza staccare
lo sguardo trasognato nei confronti del fragile giovane protagonista
che si trova faccia a faccia con la presenza degli shoggoth.
Pure
Frank Belknap Long ha messo a segno un paio di bei brividi in "piccolo" formato: “I Segugi di Tindalos” e “L'orrore dalle colline”,
romanzo breve che introduce un nuovo dio maligno, come spesso
facevano altri scrittori impegnati sul filone: qui conosciamo il
terribile, elefantiaco Chaugnar Faugn.
Autori moderni si sono cimentati con esiti alterni con i Miti, ma per
me quello che (letture future permettendo) ha lavorato in modo più
originale è stato quell'autore che recentemente sul tema mi ha un
po' sorpreso negativamente: Stephen King.
Nel corso di vari decenni King ci regala:
- Una perla grezza ma già levigata con pietre di pericolosi
meteoriti, (ogni vaga citazione da HPL è puramente voluta) “Jerusalem
Lot”, che fa non solo da probabile prologo a “Le notti di Salem”
(capolavoro kinghiano sui vampiri classici e non molto amorosi)
ma costituisce il primo ottimo risultato di Stephen King in campo
“Cthulhu e compari”. Orrore molto fisico ma con punte di lirismo
macabro.
- “Crouch End” cioè l'apice della produzione del Re in stile HPL. IL racconto moderno ispirato
all'autore, per come la vedo io.
Londra. Una donna denuncia alla polizia la strana scomparsa del
marito avvenuta durante una visita nei sobborghi meno conosciuti
della città. Sotto gli occhi del lettore si attiva una forte
empatia, come non di rado accade con l'autore del Maine.
Poichè il racconto di Doris Freeman si farà sempre più contorto e
denso di nefasti accadimenti...come quando lei racconta di aver letto
il titolo agghiacciante di un articolo durante la “piacevole" gita
col marito. “Sessanta dispersi nell'orrore sotterraneo”.
Ciò che accade sotto terra o nei luoghi più remoti della Terra e
del cosmo, come ci ha insegnato Lovecraft, è spesso sottratto ai
nostri occhi ma cosa succederebbe se certe orribili esistenze
riemergessero per conquistarci?
Pensateci e auguratevi che non ristampino mai un libro di Sutter
Cane.
Grazie, Cassidy. Uno di questi giorni mi faccio una gita a Providence. :D
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